mercoledì 9 aprile 2008

Minaccia suicidio - Dieci ore sul davanzale per avere lo stipendio

Dieci ore in bilico su un davanzale. Tensione ieri in centro, per tutta la giornata, dove si è esasperata la già drammatica vicenda di un operaio da 7 mesi in bolletta. L'ira del trentacinquenne C. T. originario di Acerra ma residente nel crotonese, è sfociata in una minaccia di suicidio - fortunatamente scongiurata - da una finestra degli uffici dell'Ambito territoriale ottimale del capoluogo che si affacciano su discesa Case Arse; l'ultima rimostranza che sta vedendo protagonisti da mesi i dipendenti della Gerica, la società dell'Ati Dondo-Ibi di Torino che gestisce i sessanta depuratori di tutto il territorio provinciale.
Il tentativo di mediazione operato dalle forze dell'ordine, iniziato nelle prime ore della mattinata, si è concluso intorno alle 20, solo dopo l'intervento del questore Sandro Federico (insieme al vicequestore vicario Angelo Carlutti) che lo ha esortato ad avere fiducia nelle istituzioni. È stato allora che il trentacinquenne è stato portato con una volante negli uffici del commissario straordinario dell'amministrazione Provinciale, Fabio Costantini, arrivato in tutta fretta da Ancona. All'incontro hanno preso parte anche il prefetto Salvatore Montanaro, i due sub commissari della Provincia, Eugenio Pitaro e Leonardo Guerrieri, il sub commissario per l'emergenza ambientale Luigi La Sala oltre che le forze di Polizia, il direttore generale dell'Ato, Salvatore Russetti. Nei pressi si erano già visti il comandante dei vigili del fuoco Emilio Occhiuzzi, l'on. Francesco Forgione, oltre che rappresentanti sindacali.
Rasserenati gli animi, il prefetto Costantini ha dato a tutti appuntamento per oggi alle 10.30 in Provincia, per discutere di un intervento risolutivo e giuridicamente valido che permetta ai dipendenti della Gerica di avere le proprie spettanze, magari bypassando i pagamenti da parte della ditta. Tutta la vicenda, infatti, ruota attorno a quello che all'apparenza può sembrare solo un passaggio burocratico ma che in realtà è una morsa che sta mettendo in crisi 35 famiglie.
Le competenze di Regione, Provincia e Ato si intrecciano ma secondo quanto appreso, anche attraverso le parole del direttore generale dell'Ato, la Gerica avanza una somma pari a 20 milioni di euro che potrebbe essere corrisposta se e solo se l'azienda producesse una nota delle spese sostenute in mesi di lavoro, comprensiva di specifica sugli stipendi dei dipendenti. Cosa che, stando a quanto riferito, ancora non è arrivata. E in tutto questo tempo sono valse quasi a nulla le sollecitazioni provenienti dalla presidenza della Provincia a favore dei lavoratori: «Solo risposte interlocutorie» ha specificato il sub commissario Pitaro. Proprio quest'ultimo, insieme a Guerrieri, ha testimoniato sul grande impegno profuso a tutela dei diritti dei lavoratori della Gerica dal prefetto Costantini che, proprio di recente, ha anche chiesto un intervento economico alla Regione.
Ma tornando alla triste vicenda, intorno all'ora di pranzo sembrava che le cose si fossero messe nel verso giusto. Dopo un paio d'ore di trattative - nel frattempo erano già intervenuti carabinieri, polizia, polizia provinciale e la prima squadra dei vigili del fuoco - e solo dopo aver appreso della volontà del commissario di incontrarlo, l'uomo si era convinto a scendere. Evidentemente la rabbia di C.T., padre di due bambine e con una finanziaria da pagare, non si era ancora esaurita. La protesta non si è arrestata e la fitta nebbia che è scesa in città nel tardo pomeriggio non ha certamente facilitato le operazioni delle forze dell'ordine. Massima solidarietà e disponibilità hanno espresso i tecnici dell'Ato che hanno però stigmatizzato l'assenza, ieri, della dirigenza Gerica. Gli stessi si sono impegnati a trovare le risorse.
Intanto nei prossimi giorni cambierà la società di gestione dei depuratori; la Gerica si è autoesclusa dal servizio non partecipando alla gara d'appalto per l'affidamento dello stesso.

La cronaca d'una lunga giornata

La lunga giornata di apprensione per la vita di C.T. ha avuto inizio ieri mattina, quando l'uomo, senza stipendio da sette mesi, s'è sporto da una finestra degli uffici dell'Ato di via Case Arse minacciando di gettarsi nel vuoto.
Intorno alle 13 l'uomo sembrava essersi convinto a recedere, ma all'improvviso è tornato sui propri passi reiterando la minaccia e chiedendo ulteriori garanzie.
Solo in serata, dopo l'intervento del questore Federico, C.T. ha abbandonato gli uffici dell'Ato per raggiungere l'ufficio del commissario straordinario della Provincia, Costantini, per un incontro cui ha preso parte, tra gli altri, anche il prefetto Montanaro.

Giusy Armone

gazzetta del sud