mercoledì 6 febbraio 2008

Inchiesta Why Not, perquisite case e uffici di Agazio Loiero


Questa mattina sono state perquisite dai carabinieri le abitazioni e gli uffici del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero: le prime a Catanzaro, Roma e Stalettì, i secondi nel capoluogo calabrese e a Reggio Calabria. Il provvedimento è stato preso nell'ambito dell'inchiesta Why Not.


Sequestrati due computer. La perquisizione nella sede del consiglio regionale si sarebbe conclusa con il sequestro di due computer. Il primo dell'addetta alla segreteria ed il secondo in un ufficio utilizzato dalla segreteria della consulta antimafia e da amministratori regionali quando si svolge il consiglio regionale.


Il decreto di perquisizione. Nel decreto di perquisizione, firmato dai magistrati Alfredo Garbati e Pierpaolo Bruni, le ipotesi di reato avanzate sono corruzione elettorale (reato tra l'altro che sarebbe già prescritto) e corruzione semplice e si farebbe riferimento a finanziamenti dati alla campagna elettorale da Saladino (ed in tal senso il ruolo di Ripepe, che collaborava all'epoca delle elezioni regionali del 2005 nella struttura del candidato presidente Loiero).


Loiero:«Sono totalmente estraneo». «A parte il trauma di vedere i militari frugare tra le mie cose più intime in maniera generalizzata (hanno preso di tutto senza un mandato o una direttiva precisa) ha spiegato Loiero - non riesco a perdere la serenità. Convinto come sono che emergerà la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Fatti vaghi: si fa riferimento a presunti finanziamenti che avrei ottenuto durante la campagna elettorale del 2005 in cambio di favori. Ma nel capo d'imputazione di quei favori non c'è alcuna traccia.»


Convocata giunta straordinaria. Il governatore calabrese ha convocato per le 15 una giunta straordinaria della Regione Calabria.


L'inchiesta Why Not. Il provvedimento è stato deciso nell'ambito dell'inchiesta su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito in modo illecito finanziamenti pubblici. Sono una quarantina le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta Why Not, avocata nei mesi scorsi dalla Procura generale di Catanzaro dal pm Luigi De Magistris. Tra gli indagati ci sono il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, in relazione ai loro presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e personaggio centrale dell'inchiesta.